Intima, unica e straordinaria la degustazione del vino Perpetuo, una collezione privata di Giacomo Ansaldi, custodita gelosamente nella bottaia del Baglio Donna Franca Wine Resort. Intima perché è la condivisione di una storia e di una tradizione riservata a pochissimi sommelier, winelovers e ospiti del 51° Congresso dell’Associazione Italiana Sommelier, per il numero esiguo delle bottiglie disponibili e per la capacità della sala Castelmola del San Domenico Palace di Taormina, appartenuta ai frati domenicani. Unica perché è, in assoluto, la prima volta che il perpetuo lascia la bottaia del Baglio per essere degustato altrove ed infine straordinaria perché la collezione costituisce un patrimonio storico della tradizione del vino di Marsala non fortificato, custodito e tramandato solo grazie ad un lungo lavoro di ricerca e di “affidamento” iniziato nel lontano 1987 da Giacomo, allora giovane enologo e con origini agricole.

Il perpetuo era il vino delle famiglie contadine di Marsala, il vino del popolo utilizzato come derrata alimentare per lavorare nei campi; veniva realizzato anticamente tramite una particolarissima tecnica di invecchiamento che consente la permanenza in botte in eterno. Il territorio è unico: 98 contrade e 3 isole; la particolarità dei suoli e del clima, le tecniche di coltivazione, l’età dei vigneti “vigne vecchie” di oltre trent’anni, generavano uve sane a perfetta maturazione con gradazioni alcoliche elevate tra i 17-19 % volume. La vinificazione con macerazione delle bucce e pressature energiche permettevano di ottenere dei mosti e vini ricchi di polifenoli ed estratti; i vini generati venivano consumati dalle famiglie degli agricoltori tradizionalisti ma venivano conservati divenendo negli anni un patrimonio inestimabile ed impagabile per le famiglie; una botte di vino perpetuo diveniva così la dote per un figlio che contraeva matrimonio ed al quale veniva “affidato” il compito e la responsabilità di tramandare nel tempo il perpetuo. In alcuni casi questo patrimonio si disperdeva ed oggi gran parte non esiste più. Giacomo Ansaldi nel 1987, dopo uno studio approfondito del territorio e la ricostruzione della storia vitivinicola marsalese, lunga circa tremila anni, che ha vissuto il passaggio di tante popolazioni che hanno convissuto con gli autoctoni, decide di portare avanti un progetto di raccolta di tracce, indizi, storie, acquisti, regalie e prestiti per giungere sino ad oggi. La collezione “affidata” e custodita dalla famiglia Ansaldi consta di ventotto botti di 1500 e 2000 litri per un totale di 49.550 litri di diverse annate, la più antica risale al 1957, di alcune non si conosce neanche l’annata di partenza. La degustazione proposta eccezionalmente da Giacomo in occasione del Congresso Nazionale dei Sommelier ha avuto come protagonisti 6 campioni di 6 contrade differenti: San Pantaleo (vecchio nome dell’Isola di Mozia), Spagnola, Birgi, Abbadessa, Perino e per concludere Zizza. Di alcune, come anticipato, non si conosce la data di inizio invece di San Pantaleo sappiamo che è la botte più giovane, risalente al 1998 e di Zizza si sa con certezza che risale al 1957. La storia di questi grandi e immortali vini è racchiusa tutta nel bicchiere, nel colore ambra brillante e nel volume liquido, nella complessa ed infinita elencazione dei descrittori olfattivi che spaziano dal tabacco al cioccolato, dal miele al caramello, dalla carrubba alle note balsamiche e mentolate, alla frutta gialla in confettura fino a giungere ad un sorso potente ed allo stesso tempo fine ed elegante di un vino più unico che raro ma perpetuo! Giacomo Ansaldi non si è fermato ma ha anche pensato al futuro del vino perpetuo; infatti il progetto in atto prevede di produrre 2000 litri di vino all’anno a 17-19 gradi naturali atto a divenire perpetuo, da uve provenienti da vigneti allevati ad alberello, di varietà autoctone quali Catattatto, Grillo ed Inzolia, aventi un’età minima di trent’anni. Il vino prodotto verrà custodito in botte per almeno 28 anni per un lungo e necessario affinamento. Con la nuova produzione si potrà riportare la collezione ai quantitativi iniziali, mantenendo il vino perpetuo e il modo di perpetuarlo. Con questa certezza si potranno anche prelevare ogni anno 2000 litri di vino dalle vecchie botti per allocarlo in piccole botti da cinque litri, costruite con lo stesso tipo di legno utilizzato per le botti dalle quali il vino proviene per affidarlo ai quattrocento “Wine Ambassador” del perpetuo in giro per il mondo. Un progetto straordinario, altruista, che tramanderà di generazione in generazione un vino unico e immortale