Martedì 16 aprile 2024, l’Associazione Italiana Sommelier (AIS) ha organizzato un evento imperdibile all’interno del Vinitaly 2024:Perpetuo, il tempo infinito del vino“. La degustazione, nella Sala Tulipano del Palaexpo, ha offerto un viaggio affascinante nella storia e nella tradizione enologica italiana attraverso una selezione di vini perpetui, vere e proprie icone senza tempo.

Un parterre d’eccezione ha accompagnato i partecipanti in questo percorso sensoriale:

  • Sandro Camilli, Presidente AIS
  • Camillo Privitera, Responsabile Area Eventi e Sociale AIS
  • Pietro Russo, Master of Wine (conduttore della degustazione)
  • Giacomo Ansaldi, Azienda Ansaldi
  • Renato De Bartoli, Azienda De Bartoli
  • Mario Pojer, Azienda Pojer e Sandri

L’evento ha rappresentato un’occasione unica per esplorare il fascino dei perpetui, vere e proprie icone di una enologia senza tempo. Ma oltre a degustare questi preziosi vini, l’evento ha permesso di approfondire la storia, le caratteristiche e le sfide produttive che li contraddistinguono, e ha rappresentato un’importante occasione per celebrare la cultura del vino italiano e l’impegno costante dell’AIS nella sua diffusione.

Un viaggio tra storia e tradizione

Le radici dei perpetui – spiega Pietro Russo MW – affondano nel XVII secolo, quando in Spagna, nella regione di Jerez, veniva già praticato il metodo Soleras. In Italia, invece, la pratica del rabbocco perpetuo era diffusa nel territorio marsalese ben prima dell’arrivo degli Inglesi. I vini perpetui non erano solo un prodotto di valore, ma rappresentavano anche doti per le figlie, moneta di scambio e derrata alimentare. L’industrializzazione inglese mise a rischio la tradizione del Perpetuo. I vini di Marsala, un tempo espressione autentica del territorio, vennero prodotti per un vasto mercato, penalizzando le sue caratteristiche uniche. Nonostante le difficoltà, alcune famiglie marsalesi continuarono a produrre il Perpetuo, gelosamente custodendo la tradizione e il valore inestimabile di questo vino.

Un processo complesso e affascinante

Alla base dei vini perpetui c’è un processo complesso che richiede maestria e conoscenza. Il metodo Soleras, ad esempio, prevede l’utilizzo di botti disposte su più livelli, dove il vino più giovane viene gradualmente miscelato con quello più invecchiato. Questo processo, oltre a rinfrescare il vino, innesca una miriade di reazioni aromatiche e gustative guidate dall’ossigeno, conferendo al vino la sua caratteristica complessità. A Marsala, invece, sin dai tempi dei Fenici, si produceva un vino naturale con uve provenienti da vigneti centenari. La particolarità dei suoli, del clima e delle tecniche di coltivazione conferiva al vino un’elevata gradazione alcolica (17-19°) e una ricchezza di polifenoli ed estratti. Il Perpetuo veniva conservato in botti di castagno e rovere. Ogni volta che veniva spillato, veniva rabboccato con vino più giovane, creando un ciclo infinito di invecchiamento e affinamento. Questo processo conferiva al vino complessità, armonia ed eleganza, rendendolo un vero e proprio tesoro da custodire. Il possesso di una botte di Perpetuo era un privilegio e un simbolo di prestigio. Le famiglie lo tramandavano alle nuove generazioni, utilizzandolo per celebrare le grandi occasioni.

Sfide enologiche e territori vocati

Oggi, il perpetuo rappresenta un patrimonio da riscoprire e valorizzare. Un vino che racconta la storia, la tradizione e la passione di Marsala, un tesoro da gustare e da tramandare alle future generazioni. La produzione di vini perpetui, tuttavia, non è priva di sfide. Non tutti i vini e le zone di produzione, ad esempio, sono adatti a questo metodo: è fondamentale masterizzare la tecnica in modo consapevole e avere una gestione completa dei processi in gioco, che includono parametri come alcol, estratto secco, polifenoli, acidità, pH e fenomeni di ossido-riduzione.

Messaggio in bottiglia: vini senza tempo per un futuro contemporaneo

I vini perpetui trascendono il tempo, assumendo un valore enologico e culturale inestimabile. La loro complessità e la loro capacità di evolversi nel tempo li rendono vini unici, che mettono in discussione i classici abbinamenti e richiedono nuove e contemporanee proposte gastronomiche. In questo scenario, il ruolo del sommelier diventa ancora più centrale, guidando i degustatori nell’esplorazione di queste vere e proprie opere d’arte enologica.

La degustazione

L’evento ha offerto l’opportunità di degustare una selezione di vini perpetui provenienti da diverse cantine italiane e francesi, introdotti direttamente dai proprietari delle cantine. Metodo Classico Brut Ansaldi: l’Ansaldi Brut è uno spumante Metodo Classico DOC Sicilia ottenuto da uve grillo coltivate in biologico nella tenuta della famiglia Ansaldi ad Abbadessa, un’antica località dell’altopiano marsalese. Le uve provengono dalla vigna Abbadessa, caratterizzata da terreni di medio impasto con una presenza di scheletro e un sottosuolo calcarenitico poggiante su uno strato di “turba”, un antico suolo ricco di risorse per la vite. I vigneti, impiantati nel 2002, si trovano a 155 metri sul livello del mare e godono di un’esposizione nord-sud. La densità di ceppi è di 4.545 per ettaro, con un sistema di allevamento a controspalliera e potatura corta a Guyot. La resa di uva per ettaro è di circa 70 quintali. Le uve vengono vendemmiate manualmente nella prima settimana di agosto e vinificate con pigiatura a grappolo intero. Il mosto ottenuto fermenta a una temperatura tra i 15 e i 18°C e affina sui lieviti per 8 mesi. La spumantizzazione avviene secondo il Metodo Classico, con una permanenza sui lieviti di almeno 36 mesi, remuage tradizionale su pupitres e dégorgement à la glace. La liqueur de dosage è creata con il famoso vino “Perpetuo” della stessa cantina Ansaldi.

Champagne Henri Giraud PR 2019. Henri Giraud è una Maison di Champagne NM (“négociant-manipulant”) con sede ad Aÿ, village Grand Cru rinomato per i suoi Pinot Noir. Fondata all’inizio del XX secolo, la Maison è oggi guidata da Claude Giraud, insieme alla figlia Emmanuelle e al genero enologo Sebastien Legolvet. Conta su 40 ettari di vigneto e produce circa 260.000 bottiglie all’anno, che si distinguono per un particolare impiego del legno nelle diverse fasi della vinificazione. Il Perpetual Reserve PR 90-19 rappresenta un’eccezione nel panorama degli Champagne. Si tratta del primo Champagne ottenuto al 100% da “Perpetual Reserve“, un blend di due “vin de réserve” invecchiati con il metodo Solera, noto anche come “riserve perpétuelle“. Il cuore di questo Champagne è un blend di due riserve: la prima risale al 1990 ed è alimentata ogni anno da un Grand Cru di Aÿ, lo stesso utilizzato per lo Champagne MV Fût de Chène; la seconda, denominata “Esprit de Giraud“, proviene da un vecchio Solera risalente addirittura agli anni ’50 del secolo scorso. L’annata più recente incorporata in questa cuvée è la vendemmia 2019. Blend prevalentemente di Pinot Nero, con una quota di Chardonnay, la sua fermentazione avviene in legno, per poi riposare sui lieviti per tre anni.

Metodo Classico Terza Via VS – De Bartoli: presentato da Renato De Bartoli, il Terzavia Cuvée VS è un Metodo Classico a base di uve grillo che rappresenta un’ulteriore tappa nell’evoluzione di questo vitigno siciliano. Il nome “VS” sta per Vecchio Samperi, essendo l’iconico vino della cantina a essere utilizzato come parte del liqueur d’expédition, conferendogli un carattere unico e distintivo. Il Terzavia Cuvée VS inaugura la “terza via” del grillo, esplorando il potenziale di questo vitigno versatile attraverso la spumantizzazione. Nasce da uve provenienti da vigneti situati nella contrada Samperi di Marsala, impiantati nel 1996. La fermentazione avviene in fusti di rovere da 500 litri con lieviti indigeni, seguita da un affinamento sui lieviti per 12 mesi. Il tiraggio coinvolge diverse annate, cui viene aggiunto mosto fresco e una piccola quantità di Vecchio Samperi. Lo spumante affina sui lieviti per 30 mesi prima della sboccatura, senza dosaggio.

Zero Infinito Perpetuo – Pojer e Sandri: frutto di un progetto ambizioso nato nel 2007 con l’intento di creare un vino autentico, espressione pura del territorio trentino, viene prodotto con la tecnica del “perpetuo“, e prevede l’assemblaggio di diverse annate (la prima del 2009) in piccoli fusti di rovere precedentemente utilizzati per il brandy. L’utilizzo della macerazione georgiana permette di estrarre dalle bucce e dai vinaccioli tannini naturali che fungono da antiossidanti. Le uve provengono da cultivar resistenti alle malattie fungine della vite, coltivate nel maso Rella a Grumes in alta Val di Cembra, tra gli 800 e i 900 metri sul livello del mare. I vigneti godono di un’esposizione sud-sud-est in forte pendenza, garantendo un’ottima insolazione e una ventilazione costante. La posizione privilegiata permette di beneficiare dei venti freschi della Val di Fiemme e Fassa al mattino e dell’Ora del Garda al pomeriggio, creando un microclima ideale per la maturazione delle uve. Il terreno, di origine vulcanica, è ricco di porfido disgregato, conferendo al vino mineralità e complessità. La produzione è limitata a 30-40 quintali per ettaro, con una raccolta tardiva delle uve per ottenere una sovramaturazione che esalta la concentrazione di aromi e sapori. L’etichetta, opera dell’artista trentino Rolando Trenti, su idea di Francesco Arrigoni, rappresenta l’essenza del Perpetuo: un vino unico e duraturo, espressione autentica del territorio trentino.

Vecchio Samperi – De Bartoli: il primo vino di Marco De Bartoli, padre di Renato, nato per celebrare la contrada di Samperi, nell’entroterra marsalese. Un omaggio a questa terra arida e calcarea, ricca di minerali che nutrono i vigneti e conferiscono al vino il suo carattere unico. Il Vecchio Samperi viene prodotto utilizzando il metodo tradizionale “in perpetuum”, simile al sistema Solera. Questo metodo prevede il “travaso” di piccole porzioni di vino di fresca produzione in botti già contenenti vini invecchiati. In questo modo, il vino giovane si arricchisce della complessità e dell’eleganza del vino invecchiato, creando un ciclo infinito di affinamento e armonia. Per la produzione di Vecchio Samperi vengono utilizzate uve grillo provenienti da vigneti con un’età media compresa tra i 25 e i 50 anni. Le piante sono allevate ad alberello e contro-spalliera Guyot, con una resa di circa 40 quintali per ettaro. La vendemmia avviene manualmente nell’ultima decade di settembre. Le uve vengono sottoposte a una spremitura soffice e a una sedimentazione naturale. La fermentazione avviene in fusti di rovere e castagno a temperatura ambiente, utilizzando lieviti indigeni. Il vino invecchia per una media di almeno 15 anni utilizzando il metodo perpetuo. Il Vecchio Samperi è un simbolo della filosofia di Marco De Bartoli: rispetto per il territorio, valorizzazione delle tradizioni e ricerca dell’eccellenza. Un vino che rappresenta l’anima della Sicilia e che conquista gli amanti dei grandi vini del mondo.

Perpetuo Origini 1957 Ansaldi: non solo un vino, ma un viaggio affascinante nella storia della storia di un territorio. Il Perpetuo Origini 1957, infatti, fa parte della collezione di vini perpetui di Giacomo Ansaldi, e rappresenta un tesoro inestimabile, un patrimonio storico che custodisce la tradizione del vino di Marsala non fortificato. Un viaggio affascinante che ha inizio nel 1987, quando Giacomo, giovane enologo con profonde radici agricole, intraprende un’opera di ricerca e recupero volta a salvaguardare questo patrimonio unico. Attraverso un’attenta ricerca storica, ricostruisce le vicende vitivinicole di Marsala, segnate dal passaggio di diverse popolazioni che hanno arricchito la tradizione locale. Con passione e dedizione, raccoglie tracce, indizi, storie, acquisti, regalie e prestiti, dando vita a una collezione unica di ventotto botti da 1500 e 2000 litri, per un totale di 49.550 litri di diverse annate. La più antica risale al 1957, mentre di alcune non si conosce neanche l’annata di inizio. La sua collezione, custodita nella bottaia del Baglio Donna Franca Wine Resort, un luogo suggestivo che rappresenta un vero e proprio tempio del vino siciliano, è il frutto di 30 anni di dedizione e cura: ogni bottiglia racconta una storia, un’annata, un’emozione. Degustare un Perpetuo Ansaldi significa intraprendere un viaggio sensoriale senza eguali. Un viaggio che ci porta alla scoperta di profumi e sapori complessi, frutto di un processo di invecchiamento unico e irripetibile. Un’esperienza che ci permette di apprezzare la ricchezza e la profondità della cultura mediterranea e di entrare in contatto con la storia millenaria del vino siciliano. L’evento “Perpetuo, il tempo infinito del vino” ha rappresentato un’esperienza sensoriale indimenticabile, un viaggio attraverso la storia, la tradizione e l’innovazione dell’enologia. I vini perpetui si confermano come un patrimonio prezioso da custodire e valorizzare, un testamento della passione e della dedizione dei vignaioli che li creano.